Ciao Ferruccio

Ferruccio ci ha lasciati.

Si è però dell’avviso di descrivere attraverso queste righe la sua semplice e nobile figura per meglio ricordarlo e per farlo conoscere più a fondo , soprattutto ai più giovani e ad altri che non l’hanno frequentato .

Sin da giovane ha sempre praticato le montagne a cominciare dalle sue Prealpi , quelle Lariane , poi per conoscerle meglio si è dedicato prima alle Retiche e successivamente ad altre catene quando è stato chiamato a far parte della Scuola Militare Alpina di Aosta dove ha conseguito il titolo di Sergente.

Da qui ha inizio la sua qualificata e importante attività alpinistica e scialpinistica , quest’ultima considerata la sua preferita. Non è mai stato facile apprendere da lui un preciso dettaglio delle salite effettuate , come molti di noi fanno , perché non ne prendeva mai nota e quel che si è potuto ricostruire lo si deve a coloro che si sono legati nella stessa corda , i suoi amici più cari . Sono state ricostruite infatti circa 100 salite alpinistiche e circa 400 sci alpinistiche tutte di qualità che è inutile elencare , ma chi sa quante altre ne ha effettuate delle quali non si è a conoscenza. Anche per completare il suo affezionato Libretto Rosso di Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo è stato necessario aiutarlo ad annotarle .Una delle sue più frequenti e scherzose espressioni era : “Di montagne ne abbiamo ascese tante, ma nessuno di noi riuscirà comunque a salirle tutte”.

Ha battuto piste su Alpi , Appennini , Pirenei, Carpazi, Alto Atlante, Ande, Alti Tatra vincendo inoltre due Rally CAI-CAF e facendo parte di un Gruppo della Grande Traversata della Alpi , inoltre ha diretto alcuni corsi della Scuola Nazionale di Sci Alpinismo Pietro Gilardoni del CAI di Como. Era sempre tra i primi e su ogni cima offriva con generosità un sorso di vino , del suo “prestigioso e aromatico clinto”, che tutti gradivano , ma che nessuno oltre lui portava.

E’ peraltro sotto altri aspetti che lo si vuol ricordare ; sono quelli della sua disinteressata disponibilità , della sua genuina schiettezza , della sua spontanea generosità verso gli altri , verso tutti. Facendo parte della Protezione Civile Alpini di Como, ha immediatamente offerto la propria presenza in alluvioni e terremoti occorsi in varie zone: in Friuli, in Umbria, in Val d’Aosta , nel Pavese , in Valtellina, fornendo un notevole e forte contributo fisico come era nel suo stile; senza contare i suoi pronti e gratuiti interventi nel dare una mano a coloro che nelle strette strade della sua Brunate – situata a 8oo mt. di quota – dovevano trasportare qualsiasi cosa da un posto all’altro: lui aveva un mitico mezzo adatto a tutto , una Piaggio Ape con ribaltabile . E non chiedeva mai niente , anzi spesso offriva i frutti del suo grande orto . Aveva anche un’altra particolarità , quella di amare moltissimo la natura e sopratutto gli animali selvatici che non ha mai cacciato , ma sempre protetto. E che dire poi della sua abilità nel taglio degli alberi anche d’alto fusto , che cadevano non dove volevano loro , ma solo dove lui aveva deciso ed inoltre della sua abilità a costruire manufatti in legno e soprattutto capanni per attrezzi di ogni dimensione , tanto che veniva nominato non a torto “maestro d’ascia”, ma anche in ferro allestendo praticamente da solo prima una sciovia al Monte Bolletto e poi una teleferica sul terreno scosceso di proprietà .

Tutto ciò avrei voluto esprimerlo prima della sua sepoltura , ma non ne ho avuto la forza , sarei stato vinto dall’emozione;  so che verrà comunque a saperlo e mi scuserà per la mancanza.

Ciao Ferruccio, stai percorrendo con la tua modestia , la tua calma e la tua sicurezza il più difficile sentiero , l’ultimo. Ci mancherai molto e noi tutti ti auguriamo che “la terra ti sia leggera”.

Rino

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